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Filippo Angelitti: lo scienzato che amò Dante e le stelle

Fu certamente la contemplazione dei cieli tersi nelle notti stellate di fine Ottocento, nel borgo natio di Aielli, a stimolare la fantasia del piccolo Filippo. Forse proprio in quelle notti maturò in lui l’idea di occuparsi di cose celesti e di lasciarsi alle spalle quel mondo terreno, fatto di fatica, di lacrime e miseria. Nacque da umili genitori nel 1856, proprio negli anni in cui il principe Alessandro Torlonia iniziava i lavori di prosciugamento del lago del Fucino. Abbandonò, ancora adolescente, quel piccolo gregge di case per entrare nel Convitto Nazionale dell’Aquila e, successivamente, fu ammesso all’Università di Napoli dove si laureò, brillantemente, in matematica ed ingegneria. Entrò in qualità di “calcolatore” (a quei tempi non c’erano ancora computer, ma calcolatori umani!) all’Osservatorio astronomico di Capodimonte e, successivamente, in quello di Palermo, dove arrivò a ricoprire la carica di direttore per ben trentatre anni. Filippo Angelitti non può essere certo ricordato per scoperte straordinarie o studi fondamentali in campo scientifico, ma rappresenta, sicuramente, uno dei più fulgidi esempi di scienziato umanista. Appartiene a quella categoria di studiosi che, come gli uomini di scienza del XVII e XVIII secolo, basarono la loro formazione culturale su un’armonica fusione di conoscenze scientifiche e umanistiche. Nel necrologio redatto da un suo allievo devoto, l’astronomo Lorenzo Caldo (e consultabile on line nel sito della John G. Wolbach Library dello Smithsonian Center for Astrophysics di Harvard) viene messo in risalto lo spessore scientifico dello studioso marsicano oltre alle sue straordinarie qualità personali.

Dal 1989, ad Aielli Alto, un monumento dello scultore Pasquale Di Fabio (inaugurato alla presenza dell’allora, ed oggi di nuovo, sindaco di Palermo Leoluca Orlando e del compianto prof. Vittorio Castellani, famoso astronomo divulgatore e direttore, in quegli anni, dell’Osservatorio astronomico di Teramo), ne celebra la grandezza.

La Torre medievale di Aielli, secolare avamposto di avvistamento strategico intorno all’antico lago, è stata trasformata, da alcuni anni, in osservatorio astronomico, in omaggio all’illustre concittadino; una finestra sull’Universo che forse già Filippo Angelitti aveva immaginato di poter realizzare nei suoi sogni di bambino, guardando quella torre così alta e ammirando lo spettacolo del cielo stellato che ogni sera si apriva ai suoi occhi, su quel piccolo borgo sospeso tra le montagne della Marsica.

Morì, quasi cieco, il 25 gennaio 1931.

Fonte: www.vivereonline.it